Revista europea de historia de las ideas políticas y de las instituciones públicas
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Presidente del C.R.: Antonio Ortega Carrillo de Albornoz
Director: Manuel J. Peláez
Editor: Juan Carlos Martínez Coll
DE YARA A MADRID: LA SPAGNA DI JOSÉ MARTÍ
Italia Maria CANNATARO*
Para citar este artículo puede utilizarse el siguiente formato:
Italia Maria Cannataro (2011): "De Yara a Madrid: la Spagna di José Martí", en Revista europea de historia de las ideas políticas y de las instituciones públicas, n.o 1 (marzo 2011), pp. 55-88.
ABSTRACT: L�esperienza spagnola fu fondamentale per la formazione politica di Mart�. L�adesione giovanile al krausismo rappresent� la scelta di un percorso di liberazione dell�uomo che diventava il protagonista assoluto della nuova filosofia, una nuova divinit� che si sostituiva alla vecchia fede cristiana. Krause gli offriva i primi elementi metodologici per la costruzione di una realt� come quella americana. Gli anni in Spagna furono, dunque, essenziali per lo sviluppo lineare del suo pensiero nel quale l�elemento di continuit� era rappresentato proprio dalla scelta liberale.
PAROLE CHIAVE: Spagna, Krausismo, Liberalismo, Identit�, America
RESUMEN: La experiencia en Espa�a fue fundamental para la formaci�n pol�tica de Jos� Mart�. La aceptaci�n del Krausismo fue un medio para dejar libre al hombre que, as�, se situaba como protagonista de una nueva filosof�a y creaba una nueva divinidad en substituci�n de la fe cristiana. Krause daba a Mart� los primeros elementos metodol�gicos para construir una nueva realidad: la de Am�rica. Los a�os espa�oles fueron, pues, esenciales para el desarrollo coherente de su pensamiento. El elemento clave fue precisamente el liberalismo.
PALABRAS CLAVE: Espa�a, Krausismo, Liberalismo, Identidad, Am�rica.
1. Introduzione
Quando Jos� Mart� giunse in Spagna, nel gennaio 1871, trov� uno stato sconvolto da un trentennio di disordini politici che si trascinavano dai primi anni Quaranta, cio� dall�inizio del regno di Isabella II.
Le sconfitte in Marocco e in Messico, avevano determinato la caduta della monarchia nel settembre nel �68, nel 1869 le Cortes avevano votato una Costituzione di stampo liberale e monarchico e nel 1871 la corona fu affidata ad Amedeo d�Aosta, che la mantenne fino al 1873. Incapace di affrontare i problemi interni del paese e quelli esterni (come per esempio la prima guerra per l�indipendenza di Cuba, scoppiata nel 1868) Amedeo era stato deposto nel febbraio 1873, lo stesso anno fu proclamata la prima repubblica .
Mart� visse direttamente la fase iniziale della guerra dei dieci anni. Allo scoppio del conflitto, il giovane Jos� pubblic� il suo primo articolo di carattere politico O Yara o Madrid, sull�unico numero de El diablo cojuelo, in queste quattro pagine c�era tutta la passione politica di Mart� nel ribadire la necessit� di una lotta senza appello contro il dominio spagnolo .
Dopo un anno esatto dall�inizio della lotta, nell�ottobre del 1869, egli venne arrestato dalle autorit� spagnole con l�accusa di apostasia e condannato al carcere. Grazie all�intervento della madre, dopo qualche mese gli fu concessa la possibilit� di continuare gli studi e trasferito, in esilio, in Spagna. Il contatto con la madrepatria gli avrebbe aperto nuove vie di comprensione della realt� politica che lo circondava. L�indipendenza cubana cominciava a sembrargli inscindibile da una valutazione pi� ampia delle altre realt� latinoamericane, formalmente ormai indipendenti dalla penisola iberica in realt�, per�, ancora segnate dall�esperienza coloniale.
Un giudizio sull�esperienza della repubblica spagnola non esiste nelle riflessioni di Mart� . Le sue considerazioni sono contenute negli articoli della �Revista Universal� nel 1875 o nella �Opini�n Nacional� nel 1881 e riguardavano la conduzione della politica spagnola negli anni successivi alla restaurazione dei Borbone, cio� dal 1874 in poi .
In quegli anni Mart�, non ancora ventenne, conobbe da dentro la realt� di una madrepatria che non riconosceva come tale.
I primi mesi dell�esilio trascorsi in carcere e poi l�esperienza dell�Universit� (qui si laure� infatti, nel 1874, in Giurisprudenza) lasciarono, a Mart�, due visioni diverse e fondamentalmente, antitetiche della metropoli: quella di un paese colonizzatore e tirannico e quella di una significativa comunione culturale con il popolo spagnolo ed europeo in genere. Il rispetto per la tradizione del vecchio continente rimase un tratto caratteristico delle sue riflessioni anche quando, come editorialista della �Opini�n Nacional�, avrebbe scritto numerosi pezzi sulla politica europea, pur avendo ormai spostato il baricentro dei suoi interessi in America.
Questo lavoro � dedicato proprio alla breve ma significativa esperienza spagnola del giovane Mart�, alla vita universitaria e ai primi contatti con il liberalismo europeo.
L�adesione giovanile alla filosofia krausista rappresentava per il cubano che aveva lottato per la libert� della sua isola, la scelta di un perscorso di liberazione dell�uomo che diventava il protagonista assoluto di una nuova filosofia, una sorta di nuova divinit� che si sostituiva alla vecchia fede cristiana e alle sue verit� che attraverso la scolastica avevano, secondo Mart�, contribuito alla schiavit� morale e culturale dell�America di ceppo ispanico. Il krausismo gli offriva i primi elementi metodologici per la costruzione di una realt� nuova come quella americana: quella era una filosofia che coglieva l�uomo nella sua concretezza, e aveva tra le sue specificit� l�empirizzazione della conoscenza e la negazione del teismo che a Mart� serviva per liberarsi dalla tradizione scolastica individuata come causa di arretratezza della sua America.
Gli anni in Spagna furono dunque essenziali nello sviluppo lineare del suo pensiero nel quale l�elemento di continuit� era rappresentato proprio dalla scelta liberale che cominciava a concretizzarsi proprio in quel periodo.
La prospettiva liberale che il krausismo spagnolo aveva assunto nella prima repubblica gli aveva conferito una matrice politica oltre che filosofica. L�impegno culturale e istituzionale di Sanz del R�o e di Giner e de Labra aveva infatti contribuito ad una rielaborazion e della metafisica di Krause. La revisione della politica coloniale prevista proprio da de Labra aveva in un primo tempo acceso e poi frustrato le speranze di Mart� che proprio in quegli anni stava scoprendo il suo essere americano e cominciava a porsi il problema dell�alterit� nel complesso sistema identitario della colonia.
In Spagna infatti si form� in Mart� il convincimento di essere parte di un�altra identit�, il suo americanismo nacque nel momento in cui comprese che la coscienza nazionale cubana era solo una parte di un�altra realt�, quella americana. Essere cubano voleva dire, innanzi tutto, essere un americano. L�esilio e l�esperienza spagnola segnarono perci� un confine strategico per la vita e il pensiero di Mart�: le questioni dell�isola avrebbero costituito, da allora in poi, solo una parte delle sue riflessioni che gli studi spagnoli avrebbero reso pi� complesse.
2. La Spagna repubblicana e Krause
Nel periodo degli studi universitari Mart� entr� in contatto con le idee del tedesco Karl Krause, allievo di Hegel ma fortemente critico nei confronti di alcuni presupposti del suo pensiero tanto da avvicinarsi ai circoli della sinistra hegeliana. La sua filosofia si diffuse in Spagna grazie alla traduzione di Urbild der Menscheit (1811) fatta da Juli�n Sanz del R�o alla fine degli anni �50 dal titolo Ideal de la humanidad para la vida (1860) .
Il governo di Isabella II che aveva alternato momenti di moderato liberalismo e di regressione oscurantista, non era riuscito a superare la confusione in cui si dibatteva la vita nazionale e la sua mancanza di vitalit� politica, culturale e istituzionale. Da qui l�impegno politico dei krausisti versione originale del vecchio cristianesimo illuminato .
La filosofia krausista aveva un fondo morale rigeneratore, con un netto predominio della ragione etica per quanto riguarda la perfettibilit� dell�uomo e della societ� . A tal fine si richiedeva all�individuo una virt� altruista e razionale di base giudaico-cristiana, si accentuava l�unit� sociale di fronte all�egoismo e al lucro, si propugnava l�educazione delle masse, i diritti delle donne, il lavoro organizzato, il rispetto delle norme di diritto internazionale e la trasparenza della vita pubblica .
Il krausismo spagnolo portava anche un profondo apprezzamento per il rispetto dell�intimit� e della coscienza personale . Effettivamente era questo che si evinceva dalle intenzioni di Sanz del R�o quando, nel 1852, scriveva ad un ipotetico lettore della Ciencia anal�tica: �quello che lei potr� qui ritrovare � solo una riflessione fondamentale, di tipo scientifico o un modo di vedere le cose e la scienza che lei potr� applicare liberamente, secondo le occasioni, la professione o l�interesse scientifico nei confronti di questo o di quell�assunto� . Per queste caratteristiche la dottrina poteva apparire estremamente rivoluzionaria. Tuttavia il krausismo spagnolo costitu� un�ideologia tipicamente borghese. Essa auspicava una trasformazione sociale �armonicamente evolutiva�, mai radicale, basata sull�educazione morale degli individui che scalzasse l�oppressione delle antiche oligarchie, comprese quelle militari .
Lo schema filosofico del sistema krausista prevedeva, in definitiva, l�esistenza di un principio certo per tutti: l�Io, il quale, attraverso un processo di analisi di tipo dialettico, arrivava ad una verit� ultima, fondante, che era l�Essere assoluto � Dio.
Elemento costitutivo della filosofia di Krause era certamente quello religioso con una evidente impronta �panenteista� cos� come la definisce L�pez Morillas: Dio era posto a fondamento delle cose terrene e, contemporaneamente le superava e le risolveva . Da questo concetto derivava la convinzione che le azioni umane tendessero ad elevare l�uomo stesso verso Dio e che, perci�, natura e spirito umano trovavano la loro unit� proprio nell�idea di Dio . Il pensiero di Krause era costituito da una dialettica di armonia e non di lotta, egli non escludeva dal suo sistema il fenomeno religioso anzi lo considerava una pietra miliare . La religione � per Krause � era �la conoscenza e l�amore di Dio in una fedele subordinazione; � l�aspirazione dell�uomo ad essere assimilato. Dio � forma fondamentale e realizzabile dell�uomo e dell�umanit�. La religione � una istituzione fondamentale nella societ� umana� .
Il �midollo religioso� della filosofia krausista si basava su una serie di riflessioni che avevano per oggetto la dottrina cattolica. L� approccio filosofico alla religione prevedeva un�accezione squisitamente razionale di Dio e convertiva il fondamento metafisico della religione in riflessione sul sentimento che ne era alla base . I krausisti, rifiutando la religiosit� puramente formale del mondo isabelliano, diretta da una chiesa giudicata troppo gerarchizzata, ruppero formalmente con Roma dopo l�approvazione da parte del Concilio Vaticano I del dogma dell�infallibilit� papale, che cozzava con la filosofia di Krause, tutta basata su di una profonda religiosit� interiore, maturata dall�individuo .
Il fine filosofico dei krausisti era quello, di trasformare il credo quia absurdum della fede imposta e ciecamente accettata, nella formula pi� liberale e laica della fides quaerens intellectum ; per questo lo stesso Krause ricorreva a modelli tipicamente cristiani come nei Comandamentos para la humanidad .
La formula del �razionalismo armonico� rappresent� certamente uno degli elementi pi� originali del Krausismo. Carlos Soetzer lo defin� �razionalismo positivo e costruttivo, unificante, attraverso il quale Krause tent� di costruire una nuova societ� basata sull�amore, sulla bellezza, sul consenso e sull�armonia� . Il Krausismo fu una filosofia umanista, per l�uomo per il suo stesso sviluppo, un fine da realizzare attraverso la formazione dell�individuo da mettere al servizio della societ� . Krause si propose di contribuire cos� alla creazione dell��uomo nuovo�. Il suo impegno filosofico non riguard�, nello specifico, la ricerca sullo sviluppo delle forme di governo, bens� uno studio sulla creazione del miglior tipo di uomo. Per questi motivi, insieme al desiderio espresso di assimilare l�uomo a Dio, l�Ideal fu collocato nell�indice vaticano dei libri proibiti, su pressione della Chiesa spagnola, scandalizzata dal contenuto panteista e razionalista della nuova dottrina filosofica. Secondo Krause, �l�uomo ha un obbligo etico: fare la sua parte per la perfettibilit� del mondo�, la sua filosofia doveva servire proprio a sottolineare e a valorizzare ogni singolo individuo. Per questo i Krausisti si dedicarono con successo al rinnovamento dell�educazione nelle scuole e nelle Universit� sulla scia di una filosofia basata sull�etica della perfettibilit� umana .
Dal punto di vista della vita politica attiva, i krausisti che, di fatto, furono inseriti nel governo fin dalla rivoluzione del 1868 e pi� ancora furono protagonisti nella prima repubblica, si fecero promotori della difesa delle libert�: libert� di coscienza, fondamento delle altre libert�, libert� politica, d�insegnamento, religiosa, di associazione e riunione, di pensiero, oltre che dell�abolizione della pena di morte . Accanto all�aspetto metafisico la dottrina ebbe, perci�, anche un forte spirito di filosofia pratica, che si espresse nei programmi politici preparati sulla scia degli interessi filosofici, ispirati alla libert� e ad un forte senso del dovere e del servizio pubblico.
L�incapacit� di reggere le sorti del governo e di fare fronte alle richieste di trasformazioni sociali in Spagna furono le cause che portarono i krausisti al fallimento politico, che si concretizz� nel colpo di Stato del 3 gennaio 1874 e che pose fine all�esperienza della repubblica.
3. Dallo spirito della nazione al corpo della nazione: la politica coloniale spagnola
Il percorso intrapreso dal krausismo spagnolo presuppose, durante gli anni della repubblica, una recezione, una sintesi e una proiezione della modernit� diverse dall�eurocentrismo imperante nel resto dell�Europa continentale . Se � certo che questa filosofia non rest� esente dalla tentazione di sistematizzare e di semplificare la realt�, la sua concezione armonica del mondo mirava a reagire ad ogni forma di esclusivismo perseguendo l�integrazione di realt� diverse ben oltre un vano eclettiscismo. In questo senso i krausisti spagnoli profilavano un universalismo maggiormente influenzato dalla diversit� che, pur conservando una certa vocazione eurocentrista non sfociava in un riduzionismo adattato alla cultura cristiano-germanica o in uno sfrenato espansionismo coloniale. Krause e i suoi allievi erano certamente condizionati dalla loro epoca e quindi non potevano fare a meno di identificare l�Europa come il midollo della civilt�, n� di attribuirle il ruolo di tutore nello sviluppo delle relazioni con il resto del mondo. Quel ruolo, per�, non era legato ad una logica puramente espansionista e belligerante, ma ad una comprensione organica e illimitata della sociabilit� che aveva come protagonista assoluto l�essere umano e la sua piena realizzazione. Nel contesto krausista l�Europa era il seme non il fine di un universalismo la cui realizzazione passava per il riconoscimento teorico dell�alterit� che il vecchio continente doveva favorire ma non dominare o canalizzare in base ai propri interessi particolari.
L�imperativo krausista dell�umanit� portava con s� una sorta di freno difronte a concezioni apertamente eurocentriste della universalit� nutrite di figure filosofico-giuridiche discriminatorie orientate all�annullamento della differenza e all�esaltazione del diritto di conquista e del colonialismo. L�Europa, leggiamo nel testo di Sanz del R�o, � chiamata �a essere l�educatrice di altri popoli (�) da lei proviene il tutto da cui ha origine e si sviluppa la storia umana, in essa si � sviluppata per prima l�idea della civilt� universale� . Di fatto, proseguiva, in Europa �i popoli dovevano inevitabilmente formare la prima unione giuridica e politica� alla quale erano chiamati ad associarsi �i popoli dell�Asia e dell�Africa� mentre a proposito delle terre aldil� dell�Atlantico doveva formarsi: �Non senza l�influsso dell�Europa, uno Stato ben organizzato e supremo in America. Allora potranno unirsi, antico e nuovo mondo in una societ� suprema di popoli. Compiuto questo atto i popoli della terra, educati e messi alla prova dalla lotta dei secoli, sigleranno una definitiva alleanza nel mare delle isole e con questa unione comincer� un nuovo periodo della vita� . In questo senso, in base all�eurocentrismo moderato di Krause, il nuovo mondo era destinato ad unirsi alla marcia civilizzatrice diretta dall�Europa in termini di partecipazione e non di alienazione.
La partecipazione diretta, invocata da Krause, comportava, in linea teorica, una separazione netta con l�idealismo tedesco. Secondo l�idea di societ� krausista gli individui si integravano progressivamente in unit� sociali superiori che rendevano possibile la realizzazione dell�umanit� nella sua organicit� e, allo stesso tempo, esprimevano la condizione particolare dei singoli che la componevano. Nazioni, popoli, unit� di popoli potevano e dovevano per Krause: �Realizzare in s� un uomo e una vita superiore� progredendo �verso il compimento del suo fine, solo allora, in base all�idea comune di umanit�, si possono considerare come una unit� e una totalit� organica; solo allora, in base alla legge dell�associazione umana possono realizzare ogni fine particolare secondo un�unica idea del tutto e una giusta relazione con gli altri� . Questa idea unica, questa relazione giusta erano appunto i criteri elementari per l�ubicazione delle Americhe nell�organismo mondiale. Questo �tutto� non scompariva nel nucleo cristiano-germanico in linea con l�ermeneutica hegeliana, ma era appunto il �mare delle isole�.
Nel contesto del krausismo spagnolo non troviamo una presenza pi� esplicita della questione americana.Unica eccezione gli scritti di Rafael de Labra .
Labra fu l�iniziatore degli studi coloniali in Spagna, senza i pregiudizi determinati dalla vocazione europeista dei suoi contemporanei la questione coloniale e il problema americano cessava di essere una preoccupazione locale e diventava protagonista della discussione sull�identit� spagnola nella modernit�. Per Labra la questione coloniale �non � e non pu� essere una questione isolata n� un problema locale� ma �un problema della nazione spagnola� . La politica coloniale di Labra si mantenne in linea con l�ortodossia liberale dell�epoca: la colonizzazione veniva intesa in termini di �esteriorizzazione� o espansione della civilt�. L�idea era basata sulla convinzione dell�esistenza di diversi gradi di cultura, ma non sullo specifico interesse privato di un singolo Stato a proposito della sua espansione geo-politica. Egli definiva la colonizzazione come: �L�impegno di quei popoli che per affermare una loro caratteristica e definire la loro personalit� nel concerto delle societ� avanzate, sentono la necessit� di uscire dal guscio per diffondere il loro spirito e arricchire la loro vita realizzando, attraverso attraverso quest�opera di esteriorizzazione la grande fatica di unire il passato con il futuro e portare a nuova vita le esperienze di secoli� . La colonizzazione era allora �uno dei modi necessari di esteriorizzazione di un popolo per tanto, dal principio alla fine, obbedisce alla legge generale del progresso e alle condizione storiche caratteristiche (interne ed esterne) di un popolo� .
In seguito Labra passava a considerare un secondo aspetto del problema: l�interesse nazionale previsto dalla politica coloniale. L�aspetto �civilizzatore� della colonizzazione prediligeva sopra ogni cosa �l�interesse dell�umanit� e il progresso universale� . Da qui la necessit� di �cambiare il modo di considerare la natura, il carattere e il senso della colonizzazione� la quale doveva abbandonare �l�idea dell�impero� e il fine della �dominazione� solo cos� essa non sar� un mero interesse n� una missione speciale dello Stato, �ma un�opera di espansione individuale e sociale che i governi devono solo favorire in certe condizioni e per certi effetti� . La colonia non era, pertanto, �un mercato n� ha una vita esclusivamente economica, n� i suoi individui possono dimenticare di essere cittadini, n� i suoi governi possono rivestire il carattere di una compagnia di commercio, n� i suoi cittadini e i suoi campi possono assomigliare ad una grande caserma o ad un immenso accampamento�; �, la contrario, una societ� in cui gli individui e le istituzioni �devono corrispondere ad un ideale umano� .
Le differenze etniche non giustificavano, secondo Giner, l�esclusione di alcune razze dall�idea di umanit�: �Quello che costituisce la persona non � il grado di cultura (�) ma la possibilit� di trasformare la coscienza razionale in pensiero e vita attiva, possibilit� che non si nega a nessuna razza. I diritti umani fondamentali sono, in linea di massima gli stessi per tutti. La differenza nello sviluppo intellettuale, morale, e affettivo riguarda solo la facolt� di mettere in pratica le proprie qualit� e pu� favorire lo sviluppo di una relazione tutelare sia tra le razze che tra gli individui, tra le nazioni e le istituzioni sociali. In questa relazione le civilt� pi� avanzate guidano le meno fortunate per il loro bene e il bene di tutti e per la miglior realizzazione del proprio destino. A questo intento rispondono le missioni di propaganda religiosa, intellettuale, morale, economica e industriale inviate ai popoli selvaggi con l�obiettivo di iniziarli ai primi rudimenti della civilt�: il dovere di tutela � inseparabile dalla superiorit� .
La relazione coloniale era dunque: �Un vincolo di protezione e dipendenza tra due nazioni che costituiva un caso speciale di di tutela sociale. Non si fonda, nel caso della madrepatria, sul presunto potere assoluto delle civilt� pi� avanzate sulle altre, esse devono, anzi, tutelare senza convertire la protezione in tirannia e devono, inoltre favorire la pienezza della realizzazione della vita della colonia anticipando, cos�, il momento dell�indipendenza� .
Giner disegnava una visione della colonizzazione che toccava direttamente le tensioni e le ambiguit� dell�organicismo giuridico krausista, a cominciare da quelle che delimitavano la relazione tra i principi universali essenziali e i principi specifici relativi all�epoca, al contesto o ai popoli e che riguardavano i rapporti tra identit� e alterit� e tra diritto naturale e diritto positivo. Il diritto positivo era, secondo Giner, una autentica applicazione pratica o realizzazione storica del diritto naturale, l�autentica vita giuridica, legati l�uno all�altro: �Per questo considerati i concetti nella loro pienezza, diritto naturale e diritto positivo non sono se non una medesima cosa (�). In altri termini: tutto il diritto naturale � positivo� . Questo implicava una distinzione tra fatti giuridici giusti, quelli assimilabili al diritto positivo, e ingiusti o �antinaturali� in quanto contrari al �corso normale delle cose stesse� . Questa ingiustizia si poteva a ragione individuare tanto nel regime oppressivo istaurato dal dispotismo coloniale come anche nella supposta barbarie di quei popoli che vivevano al margine del diritto naturale. Nel primo caso la colonizzazione sarebbe stata un fatto indesiderabile, nel secondo caso il contrario in quanto perseguiva un sistema di civilizzazione conforme al diritto naturale. Da questi principi anche per Labra, il dovere della metropoli spagnola di �dirigere quelle societ� che abbiamo messo al mondo e nei confronti delle quali siamo responsabili almeno fin quando la loro vita terrena non abbia acquisito piena robustezza e i loro problemi caratteristici non siano risolti e la loro vita non abbia assunto certe condizioni che ancora tardano a realizzarsi� .
Erano due le soluzioni che Labra individuava nella questione della libert� di Cuba: l�assimilazione o l�autonomia. In entrambi i casi era prevista �l�idea dell�intervento della metropoli negli affari della colonia fino alla sua completa educazione� .
La giustificazione della colonizzazione in termini di espansione morale e di civilt� comune alla matrice liberale europea assunse, nei krausisti spagnoli una connotazione particolare che permetteva loro di anteporre il diritto sostanziale della persona ad ogni tipo di discriminazione. Il termine razza sembrava identificarsi con quello di popolo pi� che con una determinata specie antropologica. Questo nuovo ruolo dei diritti della persona, elevando i cosiddetti �gradi di cultura� ad elementi di oggettivazione dello spirito, impediva ai krausisti di giustificare in toto il colonialismo pur senza mai favorire l�indipendenza. Questo fu il grande equivoco che coinvolse anche il giovane Mart�.
4. L�immanentismo krausista
La relazione tra Mart� e la filosofia krausista rispecchi� in pieno i complicati rapporti esistenti tra la Spagna e le colonie . Il momento era cruciale sia per la madrepatria che per i sudamericani perch� le loro relazioni culturali investivano l�atavico problema della ricerca dell�identit�: i paesi latinoamericani cercavano un cammino appropriato alle loro peculiarit� di paesi nuovi, la Spagna, che era sul punto di perdere il suo impero coloniale, cercava di ritrovare il suo ruolo nello scacchiere internazionale. Cos�, secondo la Rodr�guez de Lecea, i rapporti tra il pensiero spagnolo e quello latinoamericano ricondurrebbero a un tronco comune, del quale il krausismo era unicamente uno degli elementi .
In realt� la percezione del comune destino storico � politico tra la madrepatria e il Sudamerica � poco evidente, almeno nel pensiero dei liberali americani. Costoro, compreso Mart�, erano alla ricerca di una identit� che la Spagna aveva loro negato, i krausisti, ispiratori della Costituzione repubblicana, fornivano suggestioni liberali di grande fascino ma, nella pratica, non redassero alcun progetto di decolonizzazione per Cuba, unica colonia rimasta, concentrandosi, dopo la fine dell�impero, nella ridefinizione delle linee di politica interna. La comune origine liberale del governo spagnolo e di quelli latinoamericani non ci consentono di accomunare i destini soprattutto in considerazione del fatto che gli americani adottarono il liberalismo come un �rimedio� alla politica della Spagna.
Il pensiero di Krause offriva, per�, alcuni elementi che consentivano a Mart� di rovesciare il rapporto tra la colonia e la madrepatria attraverso un percorso di liberazione dalla tradizione e dalle convenzioni filosofiche e culturali ad esso legate. L�approccio metodologico alla conoscenza basato sulla �relazioni tra le cose� forniva la possibilit� di valutare empiricamente la realt�, liberandola dall�astrattezza tipica della filosofia hegeliana che era il riferimento primario di quei liberali che in Europa erano ancora impegnati nella costruzione degli Stati nazionali. La logica astratta di Hegel aveva condotto l�uomo allo smarrimento, bisognava dunque ricondurlo alla concretezza. Qui interveniva appunto la filosofia di Krause che, attraverso la rivalutazione dei sensi e delle relazioni, fondava la vera conoscenza, quella che traeva origine dall�esperienza. La critica ad Hegel non escludeva il ricorso, da parte dei krausisti, alla dialettica intesa come attuazione della realt� e cos� una delle caratteristiche principali delle riflessioni di Mart� fu proprio la capacit� di sintetizzare l�aspetto spirituale e quello fisico, quello morale e quello materiale, attitudine corrispondente a una ben determinata visione del mondo, che aveva le sue radici proprio nel �panenteismo� Krausista che il cubano assimil� perfettamente, cos� come fece proprio l�impulso riformatore e umanitario .
Dunque l�approccio con l�idealismo spagnolo si rivel� spontaneo e poi c�era il forte senso dell�etica di quella filosofia, un tema universale a cui aggrappare il desiderio di libert� per Cuba. L�etica era uno degli aspetti pi� caratteristici del krausismo e aveva come oggetto l�essenzialit� di Dio. L�oggetto dell�etica krausista consisteva proprio nello �studiare e analizzare � scriveva Mart� � il mezzo attraverso il quale il bene supremo, concepito proprio come attributo di Dio si realizza nel genere umano� . Metafisica e etica restavano in questo modo legate in una coerente teoria di tipo immanentista, tipica della filosofia idealista, che puntava al perfezionamento umano.
Nell�opera di Mart� troviamo idee che sembravano far eco al concetto di �panenteismo�: �Tutto � analogo �scriveva � di pi� tutto � identico; e cos� come si sale al monte fino alla vetta pi� alta, cos� talvolta in una verit� sola, in un germe solo, si concentrano tutte le forme di vita. L�Universo � una ammirabile parola, sommario di tutta una filosofia: L�unit� nella diversit�, la diversit� nella unit� ; troviamo anche riflessioni che riguardavano l�elevazione spirituale e morale verso l�idea di Dio e la concettualizzazione di Dio come Bene Supremo: �L�uomo � il piede di un corpo infinito che la creazione ha inviato in terra (�) in cerca di suo padre, corpo proprio� , e ancora �Dio esiste (�) nell�idea del bene (�). Il bene � Dio� . In Mart�, come nei krausisti, la visione armonica e sintetizzatrice dell�Universo caratterizzava il resto delle idee � politiche, sociali, economiche - e tutte convergevano in un progetto le cui caratteristiche principali erano la conciliazione, la solidariet�, la fraternit� universale e la relazione armonica tra natura e spirito. Per Mart�, come per i krausisti, l�uomo era la suprema sintesi finita all�interno della quale convergevano le opposizioni della natura e dello spirito. Egli rispecchiava le sue convinzioni in questa �relazione costante e armonica�, nella sua stessa esistenza .
Se Mart� non era attratto dalla dimensione religiosa in genere , il desiderio di �assimilazione� a Dio dei krausisti era comunque presente nella sua opera, egli infatti affermava: �l�intelletto � la facolt� di osservare, elaborare e trasmettere, in quanto pensa, riceve impressioni, in quanto sente (�) e in quanto si muove. Essenza e catena tra uomo e Dio, i cui lacci sono spinosi e sono ogni volta pi� corti. Catene lunghe sono quelle che servono agli uomini per arrivare a Dio. L�uomo cammina verso Dio� . Nessuna concessione Mart� faceva per� al trascendente.
La religiosit� in Mart� � una credenza senza adorazione, sia in Dio che nell�ordine trascendente cattolico. Questa visione rappresentava un aspetto preliminare della concezione della storia pronta a convertirsi in un ordinamento costituito da tappe che si succedevano progressivamente: uno schema evoluzionista all�interno del quale il moderno succede alle strutture sociali, la ragione alla fede. E questo concetto diventava il supporto filosofico delle intenzioni politiche di Mart�: la modernizzazione etica dell�America latina e la libert� della sua Cuba . Cominciava a farsi strada un aspetto che sarebbe stato caratteristico dei suoi scritti della maturit�: lo schema evoluzionista che avrebbe perfezionato negli anni americani.
Il principio metodologico dell�armonia nella diversit� delle cose umane , che caratterizz� il pensiero e l�azione di Mart�, aveva dunque un chiaro e diretto riferimento nella filosofia di Krause . La ricerca di un�unica verit� a fondamento e direzione della realt� umana non aveva assunto n� una dimensione escatologica di tipo cristiano n� una coscienza religiosa come quella dei krausisti spagnoli. In quest�ottica l�idea dell�armonia divent� per Mart� l�ispirazione e il risultato della sua ricerca sul ruolo dell�individuo nella societ� . In base ad una linea tracciata dalla filosofia krausista, per Mart� �il primo dovere dell�uomo � pensare a se stesso� ; l�affermazione andava interpretata come una dichiarazione di superiorit� del genere umano di fronte alla trivialit� del mondo . La frase �il primo dovere dell�uomo � riconquistarsi� era la conferma della necessit� per l�uomo di individuare se stesso come fine ultimo, mediante il recupero della sua dignit� attraverso l�uso della ragione quale facolt� esclusiva dell�essere umano .
L�uomo di Mart�, dunque, acquistava la sua dimensione solo nella societ� e questa esisteva solo in quanto costituita da uomini in relazione tra loro. Dunque l�uomo e la societ� si compenetravano, contribuendo a formare l�uno l�identit� dell�altro . Il primo, il pi� importante degli oggetti sensibili viveva e conosceva la realt� che lo circondava attraverso le relazioni affettive. L�amore non era, per Mart�, un semplice sentimento, ma una passione rivelatrice dell�esistenza, un mezzo per entrare in contatto con i suoi simili e reaizzarsi nella societ� .
L�individuo, come singolo e nella societ�, occupava un posto privilegiato nell�umanesimo di Mart� come forza animatrice e come perno della sua stessa realizzazione , perci� il suo era sostanzialmente un uomo �in attivit�� alla ricerca continua dell�equilibrio tra la sua dimensione razionale e quella materiale o storica. Questo aspetto gli permise, di svolgere una critica basata sullo sviluppo di �alternative alla realt�� , volta a superare l�aspetto metafisico e antistorico della filosofia idealista europea, pur senza metterne in dubbio l�impianto.
Mart� ammetteva l�esistenza di una verit� ultraterrena: �La verit� trascendente esiste, scriveva, per� non esiste nell�ordine intellettuale umano. S�, esiste in qualche ordine, indubbiamente deve esistere, superiore al nostro, pi� sintetico, pi� univoco, pi� armonico, nell�ordine post umano e infra umano; nell�ordine intellettuale universale, esattamente come tutti i figli vanno al padre e tutti i rami al tronco e tutti i raggi al sole e tutte le scienze vanno ad una scienza e tutte le verit� vanno ad una verit�, tutti i mondi vanno verso l�universale sublime e armonico mondo di Dio� .
La verit� metafisica, in quanto tale, non poteva dunque essere compresa dall�intelletto umano perch� esterna alle sue categorie . Le uniche verit� che l�uomo era in grado di analizzare erano, per Mart� le verit� �concrete�: �Nell�uomo c�� una forza pensante che non si realizza e non si sviluppa senza cose pensabili. L�io � sovrano perch� esiste il non io. Dall�azione dell�io sul non io e da quella reciproca, inferiore per� inevitabile del non io sull�io nascono le verit� concrete che portano alla vert� assoluta� .
L�impianto formale della filosofia idealista rimaneva, strategicamente, a fondamento del ragionamento, ma a Mart� interessava sottolineare l�assenza del �Principio assoluto delle conoscenze umane che Fichte cerca con tanto affanno� , da ci� derivava la convinzione dell�assenza di una verit� fondamentale umana interpretata come identit� universale, cos� come prevedeva l�idealismo tedesco. L�identit� universale che Mart� vedeva rappresentata nella filosofia di Schelling costituiva, perci�, l�elemento teleologico e assoluto che intendeva confutare .
Mart� partiva dal presupposto che �L�io individuale � l�origine di tutte le conoscenze individuali. Non � l�unica origine. L�origine � l�essere che le riceve, le giudica e le esamina� .
Da questi presupposti concludeva: �Esistono diversi tipi di realt�, e ciascuno di essi � una verit�, e tutti i generi costituiscono generi diversi di verit�. C�� armonia tra le verit�, perch� c�� armonia tra le cose, per� da questa armonia non si pu� dire che tutte le cose siano una� .
Questo personale approccio all�idealismo, mediato dal krausismo, lo port� a concepire una filosofia basata sull�osservazione della direzione delle cose umane: �La filosofia che si completa con la scienza si preoccupa di vedere verso dove va la vita umana e come si pu� influire su di essa� . In questo modo il Mart� uomo d�azione e trasformatore della realt� diventava il protagonista della filosofia latinoamericana dell�ultimo scorcio del XIX secolo.
La duplice critica all�astrattezza dell�idealismo hegeliano e all�ortodossia religiosa avevano, per lui, una radice comune: la scoperta di una filosofia rinnovata, una filosofia che fosse finalmente un pensiero dell�uomo per l�uomo. Essa subentrava, quindi, alla religione sostituendola, al Dio trascendente della fede essa preferiva l�uomo, proponendosi come un umanesimo radicale che nacque proprio negli anni spagnoli a contatto con il krausismo.
5. Il problema della libert� e la liberazione dalla Spagna
Mart� aveva dimostrato, in quegli anni, di avere acquisito un forte senso della diversit� tra Cuba e la Spagna, cosa che lo port� a inserirsi a pieno nel novero dei pensatori latinoamericani dell�Ottocento che, per via delle circostanze, erano spesso obbligati ad agire per ricercare soluzioni urgenti ai problemi di una realt� in cambiamento . Il materialismo critico di Krause diventava cos�, per necessit�, ontologico, l�esperienza sensoriale lungi dal rimanere contemplativa si rivelava, per Mart� e in genere per i liberali latinoamericani, attiva nella realt�. Questa �filosofia risolutiva� il cubano la svilupp� a pieno nel periodo dei viaggi in America Latina, che lo portarono a conoscere i problemi della sua America, ma i primi elementi, come abbiamo visto, li apprese in Spagna. La forza creatrice che l�attivit� umana doveva avere nell�affrontare e risolvere i problemi era l�anima intorno alla quale giravano tutte le sue idee , la realt� circostante era il luogo in cui le idee e le azioni prendevano corpo e dotavano l�umanesimo martiano di universalismo.
Il popolo non era in Mart� un sistema di classi sociali, ma una �nazione� che progredisce. Non che ignorasse l�esistenza delle classi sociali o di gruppi di potere, ma la sua aspirazione a costruire uno Stato indipendente non poteva trovare i presupposti nelle differenze e nelle separazioni in quanto il fine ultimo non poteva che essere l�unit� di tutti i cubani: �Cos� si diventa uomini � scriveva � trasformandosi in un intero popolo� . Il popolo diventava, quindi, un concetto di innegabile centralit� nel suo pensiero a riprova dell�importanza data alla socialit� umana. La sua frase �L�uomo, da solo, vive come un disperato� , sottolinea come l�unit� tra l�individuo, e i suoi simili, fosse, per Mart�, l�unico mezzo per la realizzazione del continuo progresso della specie umana, e la via esclusiva per il raggiungimento della totale indipendenza della patria e la liberazione dell�umanit�.
L�umanesimo, l�universalismo e l�etica dell�azione gli permisero di trascendere, nelle sue considerazioni etiche sulla libert�, i confini nazionali, per estenderli a tutti gli uomini e lo convinsero che le relazioni tra gli uomini si sarebbero dovute svolgere in un clima di assoluta armonia e di pieno riconoscimento del particolare nell�universale, e viceversa, secondo gli insegnamenti di Krause .
Il recupero del ruolo dell�individuo come fine ultimo delle proprie azioni, che Krause effettu� senza mezzi termini, determinando la rottura con l�idealismo hegeliano e la composizione armonica tra individuo e societ� erano elementi comuni sia al pensiero di Krause che a quello di Mart�. La libert� di coscienza, elemento cardine della filosofia dei krausisti, costitu� uno degli assiomi fondanti del liberalismo di Mart� anche dopo l�esperienza spagnola.
Le libert�, pietre miliari della politica krausista, nella colonia cubana per� stentavano ad affermarsi, tanto che nel 1869 ne El diablo cojuelo Mart� scriveva: �Questa cosiddetta libert� di stampa, prima sperata e negata e ora concessa, non permette di esprimere tutto quello che si vorrebbe� e lo stesso succedeva per la libert� di riunione . Queste libert� che, Mart� legava all�esercizio della coscienza personale e che erano alla base della rivoluzione del �68 spagnolo, a Cuba non venivano riconosciute.
I limiti del governo krausista si rivelarono infatti in tutta la loro gravit� anche nell�anno della repubblica proprio nei rapporti tra Spagna e la colonia. I krausisti partivano dal presupposto che �le leggi e i principi ispiratori � scrive Catell�n � dovevano avere una doppia lettura, una per la madrepatria e una per le colonie, o pi� semplicemente, si ammetteva la possibilit� che certi principi ritenuti basilari rimanessero sospesi per via dell�arbitrio dei Capitani Generali� . Lo stesso Labra, come abbiamo visto, aveva tentato di superare sul piano teorico questa ambiguit�, con tutta evidenza per� nella pratica di governo diritto naturale e diritto positivo non coincidevano, almeno nei rapporti con la colonia.
La doppia lettura nell�esercizio dei diritti fondamentali difficilmente poteva essere ricondotta a quella che era l�idea originaria del diritto e dello Stato di matrice Krausista.
Per Krause il diritto rappresentava una �Propriet� di relazione (�) non un oggetto che pu� essere comprato o venduto; i diritti sono inerenti alla natura umana. Si pu� dire che essi siano imprescrittibili, cio� duraturi nel corso del tempo e, derivando dalla stessa natura umana, sono superiori alla volont� del legislatore al quale al quale non tocca concederene, rifiutarene, ne tantomeno limitarne arbitrariamente il suo esercizio� .
Da questa considerazione sul diritto derivava un criterio di giustizia che comprendeva a pieno l�idea della dignit� umana, della libert� e dell�uguaglianza. Questo concetto sottintendeva una concezione relativamente pluralista del diritto stesso. Anche se la sua origine era assoluta e il suo sistema di valori e di fini poteva essere considerato �in assoluto�, da questo nucleo centrale si potevano individuare espressioni diverse e molteplici del diritto stesso. Per tanto nessun criterio di giustizia poteva essere considerato in assoluto. L�uomo dunque, per Krause, realizzava l�idea di diritto solamente in un �contesto giusto� riconoscibile e solo all�interno di una pacifica convivenza con altri soggetti o con altri popoli .
Mart� assimil� quest�idea del diritto e, nel 1873, in piena esperienza repubblicana, a Madrid, pubblic� il �foglietto� La Rep�blica espa�ola ante de la revoluci�n cubana, in cui mostrava proprio la contraddizione che esisteva tra l�idea del diritto krausista e la politica ufficiale della repubblica che continuava a negare la libert� al popolo cubano. A questo proposito scriveva: �Nella vita pratica delle idee, il potere non � altro che il rispetto di tutte le manifestazioni della giustizia, e, quando l�attaccamento alla giustizia scompare, vita insensata, odiosa vive il potere. Non deve essere rispettata la volont� che comprime un'altra volont�; sulla scelta libera, sulla scelta saggia e cosciente, sullo spirito che anima il corpo sacro dei diritti, sul verbo generatore delle libert�, si alza oggi la repubblica. Si potra mai imporre una volont� a chi l�ha gi� espressa per mezzo del suffragio? Potr� mai rifiutare tutto questo la volont� unanime di un popolo quando per volont� di un popolo libero e unito volont� si alza?� .
L�esistenza della colonia negava, quindi, secondo Mart�, la realizzazione del diritto, ossia impediva la convivenza tra le diverse volont� che il krausismo riteneva necessaria per la completa realizzazione della giustizia. L�esistenza di una madrepatria in cui la colonia non si riconosceva, di una organizzazione coercitiva i cui diritti si basavano sull�egoismo impediva, secondo Mart�, la piena realizzazione della perfettibilit� umana attraverso il dispiegamento della ragione espressa tramite la libera e cosciente volont�. Questo processo avrebbe dovuto svolgersi all�interno di una organizzazione statale espressa dalla libera volont� dei cubani, un nuovo Stato nazionale che si sarebbe fatto garante del processo evolutivo dell�uomo come essere sociale e, all�interno del quale, si realizzava l�incontro tra la dimensione razionale dell�uomo stesso e quella materiale, cos� come previsto dall�etica krausista, erede fedele della tradizione liberale illuminata.
Ne El diablo cojuelo, ancora durante l�esilio spagnolo, Mart� tornava sull�argomento scrivendo: �Se venisse a Cuba un capitano generale che, burlandosi del paese, della nazione e della vergogna, le rubasse due milioni di pesos (�), si dovrebbe riflettere molto prima di pubblicare la notizia che offende la reputazione del rispettabile rappresentante borbonico nelle Antille� . In questo modo sottolineava anche come la tanto decantata libert� di stampa, concessa per legge nell�isola, in realt� non aveva valore. Si pu� fecilmente comprendere la situazione se si prende in considerazione il fatto che Krause non fu propriamente un convinto rivoluzionario, nella sua visione l�individuo non mutava il destino comune dell�umanit� , e a proposito delle rivoluzioni in atto in tutta Europa in quel periodo, si espresse in questi termini: �Osservando lo stato attuale di queste rivoluzioni, comparandole con la legge umana nella quale si dovrebbero fondare, riconosciamo che si trovano ancora in una fase infantile, che distano ancora tanto dal fine buono che si propongono di compiere (�), che operano ancora in forma incompleta e confusa. Questa infanzia delle rivoluzioni come crisi periodiche della storia (�), la irregolarit� del loro corso, la confusione dei motivi, l�ingiustizia nei mezzi, l�inefficacia dei risultati, dureranno fino a che gli uomini e i popoli lasceranno la vana presunzione di guadagnare sul destino dell�umanit� e si riconoscano non come i creatori ma come collaboratori del destino comune, limitandosi ad osservare e a seguire le leggi umane nel passaggio da una storia imperfetta a una pi� piena e positiva, operando non come quello che distrugge ma come quello che costruisce la sua propria storia (�). Allora le rivoluzioni corrisponderanno alla legge su cui si fondano e formeranno una crisi periodica, il dolore passeggero di una nuova vita nella storia stessa� .
La sua dottrina perci� non conteneva in s� nessun credo di rottura ma una integrazione di tipo borghese che prevedeva anche l�assoggettamento di una societ� ad un�altra nello sviluppo graduale del progresso umano .
L�esperienza krausista si rivel� comunque fondamentale per la riflessione sulla politica liberale del continente americano che Mart� svilupp� negli anni successivi. Il potere della ragione e la libera istruzione per tutti erano, come abbiamo visto, elementi del pensiero krausista e per Mart� furono un�occasione importante di riflessione prima dell�approccio alla teoria positivista che anzi si rivel� uno sbocco naturale del suo pensiero.
Il suo umanesimo patriottico per� non poteva prescindere dalla realt� di Cuba e dalla considerazione che i valori morali di un popolo ne riproducevano sempre lo spirito e le condizioni in cui prendeva forma l�identit� nazionale. Per tutta questa serie di considerazioni la politica krausita nel suo paese non aveva sortito gli effetti sperati.
Nel 1865, all�interno dell�Accademia di giurisprudenza di Madrid, si era formata la Societ� abolizionista spagnola . In quest�organo, l�ispirazione umanista dei suoi componenti si esprimeva concretamente nella richiesta di abolizione, all�interno delle colonie spagnole, della schiavit�.
Intanto a Cuba, un�economia sostanzialmente preindustriale aveva lasciato intatto il sistema durante tutto il corso del XIX secolo, nonostante il trattato del 1815 con l�Inghilterra . I padroni latifondisti tenevano sotto scacco il governo di Madrid con la continua minaccia di una rivoluzione secessionista o dell�annessione agli Stati Uniti, cosa che avrebbe permesso loro di continuare indisturbati la tratta degli schiavi. Intanto il commercio di zucchero, alla met� del secolo, andava aumentando e con esso, in maniera proporzionale, la tratta dall�Africa .Questa questione fu sollevata alla fine degli anni Sessanta quando il ministero delle colonie ultramarine fu affidato al moderato, simpatizzante del pensiero di Krause, C�novas del Castillo e la presidenza della societ� abolizionista fu affidata al cubano Fernando de Castro, il quale si fece promotore della pubblicazione di una rivista, El Abolicionista, in cui dava spazio al dibattito sulle libert� . All�interno del movimento krausista cubano il tema dell�indipendenza dell�isola venne per� spesso ignorato se non addirittura rifiutato.
Emilio Castelar, cubano, membro della giunta direttiva, afferm� nel 1870: �Io lavorer� con tutte le mie forze, con le mie parole, con tutto ci� che serve, per conservare integro il territorio nazionale� , intendendo come unico territorio nazionale quello della Spagna e di Cuba; lo stesso parlamentare Rafael de Labra, che tanto attivo era stato nel promuovere l�abolizione della schiavit� a Cuba, precisava che proprio l�abolizione della schiavit� avrebbe evitato una rivoluzione nell�isola, come quella haitiana del 1802. La schiavit� infatti era causa di una morte lenta e dolorosa nelle piantagioni, a questo destino gli schiavi avrebbero preferito sicuramente una morte gloriosa in una battaglia per l�indipendenza, come era successo ad Haiti.
L�abolizione veniva quindi identificata come uno dei rimedi per evitare una scissione del territorio nazionale e per porre fine alla guerra dei dieci anni .
Lo stesso Krause, abbiamo gi� visto, aveva ammesso l�esistenza di popoli cosiddetti minori e aveva scritto a questo proposito: �Un popolo minore, che non sa gestirsi con la sua libera volont�, cade (�), secondo una legge della storia, sotto le dipendenze di un popolo maggiore, pi� colto, pi� forte e avanzato nell�arte politica. Questa dipendenza pu� essere fruttuosa per i popoli sottomessi quando in questi sveglia il loro senso morale e, con questo, il sentimento della loro personalit� politica. Per� questa dipendenza si converte in dannosa e antiumana quando (�), per via dell�abuso del popolo conquistatore, il popolo conquistato � materialmente aggregato ad uno stato straniero per essere assorbito in esso� .
Si delineava per costoro un destino che, secondo la Rodr�guez de Lecea, era assimilabile a quello delle colonie spagnole , contravvenendo, di fatto, ai propri postulati.
Stando cos� le cose, durante il ministero di Salmer�n, le Cortes rifiutarono pi� volte di concedere l�indipendenza a Cuba. Dopo la pace dello Zanj�n, nel 1878, la legge spagnola avrebbe riconosciuto l�autonomia delle Antille senza tuttavia garantire il rispetto delle libert� fondamentali.
6. Lo Stato Spagnolo e la patria cubana
Il contatto in chiaroscuro con la realt� spagnola della seconda met� dell�Ottocento fu, per Mart�, l�occasione per sperimentare direttamente i canoni europei del principio di nazionalit�: la tradizione, l�educazione, la lingua e l�integrit� territoriale . Gli anni sereni degli studi a Madrid e a Saragozza lo convinsero della necessit� di ricominciare il dialogo con gli spagnoli, sulla scia di Bol�var . Questo processo culturale lo port� ad accogliere i modelli nazionali europei e a farli propri nella fase di elaborazione delle problematiche dell�identit� cubana .
Nel 1873, durante la sua prigionia nelle carceri spagnole, scriveva: �Patria � qualcosa di pi� che oppressione, qualcosa di pi� che un pezzo di terreno senza libert� e senza vita, qualcosa di pi� che un diritto di possesso con la forza. Patria � comunit� di interessi, unit� di tradizioni e di fini, fusione dolcissima e consolatrice di amore e speranze� . La rievocazione di aspetti europei tipici del periodo delle rivoluzioni liberali e dell�affermazione di principi di nazionalit� era evidente. L�aspetto volontaristico che in Europa aveva caratterizzato i processi di identificazione nazionale, da Rosseau ai giacobini, fino alle lotte condotte dai patrioti italiani , era presente anche negli scritti di Mart�, a conferma della permeabilit� della sua coscienza americana nei confronti della cultura europea. Se quel percorso aveva avuto successo in Europa, sarebbe stato funzionale anche alle realt� latinoamericane .
Proprio gli aspetti tipici della coscienza nazionale degli europei, ammirati e condivisi da Mart�, diventarono, in quegli anni, il motivo della rivendicazione di indipendenza per la sua terra: tranne la lingua infatti nulla poteva far pensare che Cuba e la Spagna potessero essere considerate una sola nazione: �I cubani � scriveva � non vivono come i peninsulari, la loro storia non � quella dei peninsulari (�). Si sviluppano grazie a commerci differenti, hanno relazioni con paesi diversi e si riconoscono in usanze differenti. Non ci sono aspirazioni comuni, n� fini identici, n� li uniscono cari ricordi (�). Lo spirito cubano (�) lotta vigorosamente contro la dominazione spagnola� .
Anche i principi fondanti della nuova repubblica spagnola costituivano, per Mart�, la speranza e contemporaneamente la delusione dolorosa di una promessa non mantenuta di libert�. �La repubblica � scriveva � nega il diritto di conquista, diritto di conquista fatto valere su Cuba dalla Spagna. La repubblica condanna quelli che la opprimono, diritto di oppressione e di sfruttamento e di persecuzione accanita che la Spagna ha perpetuato su Cuba (�). La repubblica si solleva sulle spalle del suffragio universale, della volont� unanime del popolo e Cuba si solleva allo stesso modo� .
Per il giovane cubano, la libera espressione della volont� popolare, sarebbe dovuta essere l�aspetto caratterizzante della nuova repubblica spagnola: �Sul suffraggio libero, sul suffraggio cosciente e istruito - scriveva � sullo spirito che anima il corpo sacro dei diritti (�) si costituisce oggi la nuova repubblica spagnola� . Ma il progetto della nuova Spagna trad� le sue aspettative: �Saluto la repubblica che oggi trionfa � scriveva a tal proposito � come la maledir� domani quando una repubblica ne soffocher� un�altra, quando un popolo libero comprimer� la libert� di un altro, quando una nazione che si dichiara libera soggiogher� e sottometter� un�altra nazione che vuol provere ad esserlo. Se la libert� dalla tirannia � tremenda, la tirannia delle libert� ripugna, strema, spaventa� .
Un altro elemento cardine del nazionalismo europeo, l�integrit� territoriale, nelle relazioni tra Cuba e la metropoli non poteva esser fatto valere. Invocata nella sala del Parlamento della repubblica spagnola come anello di congiunzione con il vecchio e glorioso Impero e come sigillo sul valore della nuova repubblica, l�integrit� territoriale, nella questione di Cuba, non poteva essere � secondo Mart� � validamente sostenuta, perch� �l�Oceano Atlantico distrugge questo ridicolo argomento� .
Per Mart� una nazione non era, infatti, una comunit� di individui creata casualmente, ma una �strettissima comunione di spiriti, creata attraverso radici profonde, relazioni tra individui, odori penetranti di dolori comuni, gustosissimo vino delle glorie patrie, anima nazionale che si diffonde nell�aria e, con essa, respira e va a riposare nelle viscere attraverso i sottili e formidabili fili della storia, uniti comr l�epidermide alla carne� .
Proprio per via di queste definizione Paul Estrad� afferma che �in Mart� si pu� facilmente notare come si parli molto pi� di patria che di nazione� . La nazione di Mart� non era, infatti, solo sentimento ma anche e soprattutto volont�. Cessava di essere proiettata nel passato per proiettarsi nell�avvenire, non era pi�, semplicemente un �ricordo storico�, ma un progetto per il futuro e, attraverso l�espressione della volont� popolare, passava da un piano puramente culturale a uno politico. In Mart� la patria esisteva ancor prima della realizzazione dell�indipendenza e della costituzione dello Stato nazionale .
La �Nazione� diventava cos� la �Patria�, e la patria diventava una nuova divinit� nel mondo moderno: �Il culto � una necessit� per i popoli � scriveva in occasione della festa nazionale messicana del cinque di maggio � l�amore non � altro che la necessit� di credere: c�� una forza segreta che anela sempre a qualcosa da rispettare e in cui credere. Estinto, per fortuna, il culto irrazionale, comincia ora il culto della ragione. Non si crede pi� nelle immagini della religione, il popolo ora crede nelle immagini della Patria. Da culto a culto (�). Le feste nazionali sono necessarie e utili. I popoli hanno la necessit� di amare qualcosa di grande, di porre in un oggetto reale la loro forza, le loro credenze, il loro amore. Niente si distrugge senza che qualcosa d�altro si crei. Estinto il culto del mistico si favorisca, si animi, si proietti il culto della dignit� e dei doveri. Si esalti il popolo: la sua esaltazione � una prova di grandezza� .
Il modello organico previsto dall�originario progetto krausista, sembrava corrispondere pienamente alle aspettative di Mart�, per il quale il fine e il destino comune di un�organizzazione sociale non potevano manifestarsi attraverso una concezione contrattualista che, secondo il giovane cubano, disegnava una societ� priva di valori condivisi .
Per i krausisti, l�individuo rappresentava il fulcro della teoria dell�organizzazione sociale. L�unione intersoggettiva in comunit� di diversa natura (famiglia, municipio, regione), rappresentava la struttura della nazione. Nell�organizzazione sociale krausista, i membri, individualmente e, ciascuno con i propri fini, si univano spontaneamente per raggiungere un fine superiore che, abbracciando il destino dei singoli individui, lo comprendeva nel destino nazionale.
Sull�istruzione, sull�educazione e sul diritto si fondavano le basi per la nuova societ� nazionale.
Lo Stato era, per i krausisti, il garante della realizzazione dei fini ma non il creatore della morale e del diritto, funzione che invece spettava alla nazione, intesa come popolo o comunit� di individui. Lo Stato aveva un ruolo, dunque, fondamentalmente secondario rispetto a quello della nazione, per i krausisti spagnoli lo Stato era, infatti, solo �un �modo� che la societ� sceglie per rappresentare se stessa� .
L�idea che Mart� aveva dello Stato e delle istituzioni non differiva molto da quella dei krausisti: �Il governo � scriveva � � la direzione delle forze della nazione in modo che gli individui possano compiere degnamente i propri fini e utilizzino, con i maggiori vantaggi possibili, tutti gli elementi di prosperit� del paese� .
Le sue idee sullo Stato e sulla nazione, formatesi, almeno fino alla met� degli anni �70, sul sistema Krausista, rappresentavano, in un certo senso, il modo con cui il giovane cubano tent� di superare la rigidit� della dottrina dello Stato etico hegeliano che risultava essere, ai suoi occhi, poco funzionale alla liberazione nazionale cubana perch� avrebbe affidato allo Stato spagnolo le sorti della nazione cubana. Per formare una comunit� di interessi e di speranze, come lo stesso Mart� scriveva, era necessario partire da una base giusta fondata sull�educazione e sul diritto. Non sarebbe stata necessaria alcuna imposizione perch� la societ� avrebbe dato luogo spontaneamente e organicamente alla trasformazione desiderata attraverso un piano progettato e messo in atto da tutti i cittadini. Questa nuova condizione avrebbe lentamente e definitivamente mutato l� attitudine coloniale dei cubani: �La nazione che pretender� di essere fondata frettolosamente su basi nuove � scriveva � si sentira appagata dalla politica del dondolo, oppure, muovendosi progressivamente, si porr� in condizione di reggersi aperta, generosa e costante� .
Le idee espresse da Krause nei suoi scritti sulla questione delle relazioni tra Stati non sembravano affatto pericolose agli occhi di Mart�. Anche se il filosofo tedesco, da principio, era incline ad accettare i presupposti hegeliani quando affermava che una nazione rappresentava una identit� peculiare in opposizione alle altre, la sua dialettica lo conduceva per� alla creazione di un organismo nel quale tutte le nazioni si univano giuridicamente secondo la propria volont� per costituire un ente dotato di una personalit� superiore, attraverso il quale si sarebbero realizzati sia i fini comuni sia le aspettative di ciascuno di essi considerati singolarmente all�interno di una federazione di Stati per compiere il fine pi� elevato, cio� quello dell�umanit� . Come si pu� osservare le suggestioni kantiane prendevano il posto, nelle conclusioni, delle influenze di Hegel . Per questo motivo il progetto dell�Ideal non sembrava essere rappresentativo del dominio di uno Stato sugli altri, ma era il simbolo del perfetto funzionamento di una federazione di Stati che non prevedeva il sacrificio delle singole peculiarit� e della volont� di autodeterminazione.
Mart� stesso, a conferma della totale fiducia nel disegno di Krause, a proposito del ruolo delle istituzioni nell�ambito delle relazioni internazionali, scriveva: �Il governo di un popolo � l�arte di andare a ricercare le sue realt� anche se rappresentano lotte o preoccupazioni, per riportare il popolo per la via pi� breve possibile, alla condizione unica della pace che � quella in cui non esiste un diritto inferiore ad un altro� .
L�esistenza della colonia cubana, per�, minava alla radice il discorso di Krause e lo scritto La Rep�blica espa�ola ante de la revoluci�n cubana, come abbiamo visto, ne sottolineava la contraddizione.
Gli elementi tipici del romanticismo europeo presenti nell�opera di Mart� stanno a dimostrare l�esempio umano di un dirigente cui l�impegno politico non ha impedito di assumere tutti i caratteri della sua epoca . Questi aspetti, Mart� dimostrava di averli pienamente interiorizzati fin dagli anni dell�impegno giovanile a La Avana, quando � nel breve poemetto in versi Abdala � scriveva: �l�amore per la patria non � l�attaccamento ridicolo alla terra che calpestano i nostri piedi, � l�odio invincibile verso chi la opprime, � il rancore eterno verso chi la attacca� .
Il concetto romantico dell�odio e dell�amore e la lotta tra i due opposti sentimenti, assumevano, cos�, connotati storico-morali. Nel poema Abdala il finale � inevitabile, la guerra contro la Spagna �madre filicida� che aveva lasciato tuttavia nei cubani �radici pi� profonde che in qualsiasi altro paese ispanoamericano, per cui la lotta di Cuba altro non era che una lotta di conquista della famiglia� . Nel caso di Mart� questo era vero sia dal punto di vista dei legami familiari (era infatti figlio di un ufficiale dell�esercito spagnolo), sia a livello di tradizioni visto che non neg� mai di conservare �un affetto ardente per le mie due patrie, ma non l�odio e l�ingiustizia che le hanno rovinate� .
Proprio su questa dicotomia di sentimenti, pone l�accento Vitier, il quale ha configurato questa prima parte del pensiero martiano su due piani differenti ma correlati �la patria e la colonia (�). Abdala � la prefigurazione del conflitto fondamentale di Mart�, lanciato sull�altare della patria, El Presidio pol�tico � la testimonianza e la denuncia che irrompono nella coscienza diretta e abissale della colonia� . In questa fase dello sviluppo della sua coscienza politica il legame con la Spagna era quindi molto forte, tanto che il periodo della colonizzazione veniva, ancora, considerato da Mart� il punto di inizio della storia civile e politica della sua Cuba. Nei suoi primi scritti infatti non vi era alcun accenno all�esistenza nelle colonie di una storia, di tradizioni e di culture diverse da quella spagnola e, anzi, sembra che il riferimento diretto ed esclusivo alla storia spagnola delle colonie gli potesse far trovare il filo conduttore tra la Spagna e l�indipendenza cubana .
In base a questa lettura la lotta dei cubani poteva essere paragonata nella visione di Mart� alle rivolte dei comuneros nella battaglia di Villar del 1521 , a proposito della battaglia, Mart� affermava: �la Spagna difese la libert� con ardore, prima che nelle altre guerre d�Europa� . Le rivolte del Settecento e dei primi dell�Ottocento in Sudamerica venivano perci� considerate da Mart�, la logica conseguenza di quell�episodio e il prologo delle guerre di indipendenza dirette dai criollos .
C�era dunque una storia di ribellione in Spagna che �si trasmetteva, si rivitalizzava e si fondeva con l�America� . Una linearit� di sviluppo nazionale che era frutto dello svolgimento lineare e progressivo della storia e rappresentazione di un dato grado particolare dello sviluppo dello spirito.
La lettura di Vitier, per�, ignora un elemento essenziale dell�americanismo di Mart�: la necessit� di creare una identit� nuova per la sua gente, l�unica via da seguire era quella della ricerca di una filosofia di rottura con il passato e con il mondo coloniale. Lo svolgimento lineare e progressivo della storia di tipo hegeliano non poteva essere funzionale alle scelte di Mart� al quale serviva, invece, una strada nuova da percorrere per la costruzione di uomini nuovi. I riferimenti alla storia della Spagna: i comuneros, l�impero di Carlo V, contenuti ne La Rep�blica espa�ola ante de la revoluci�n cubana, il calore e l�affetto con cui il giovane parla del popolo spagnolo, tanto da definire �fratricida� la guerra in corso a Cuba, avevano un valore emozionale e non rappresentavano un percorso filosofico di liberazione . Tra Cuba e la Spagna, in realt�, per Mart�, non esisteva una comunanza reale di costumi, di aspirazioni, di scopi e di ricordi: �L�abisso che gi� divideva la Spagna da Cuba � scriveva - si � riempito, per volont� della Spagna di cadaveri� . La gratitudine per una terra che gli aveva indirettamente dato i natali, per un governo che, da esule, gli aveva consentito di portare a termine i suoi studi, la naturale vicinanza nei confronti di una terra che era parte della storia di Cuba, non devono trarre in inganno. La matrice liberale di Mart� � posta al servizio del tentativo di conciliazione di due identit� molto diverse: quella spagnola e quella latinoamericana e non poteva che prescindere dal concetto di storia universale come manifestazione dello spirito universale e da qualsiasi omologazione con il pensiero hegeliano . La critica all�universalizzazione della storia di Hegel, che arrivava da alcuni suoi allievi, tra cui Krause, aveva gi� fornito a Mart�, nonostante le delusioni subite dal governo spagnolo, la strada per la redenzione dell�America di ceppo iberico. La collocazione dell�uomo al centro della realt� e l�esaltazione della sua esclusiva qualit�, la ragione, erano gli strumenti di cui servirsi per raggiungere la completa libert� a cui quella parte di continente ancora aspirava.
La frattura tra la madrepatria e la colonia era, almeno dal punto di vista sentimentale, ricomposta, ma l�aspettativa disattesa di una libert� che giungesse a Cuba attraverso le spinte provenienti dall�Europa diede a Mart� la definitiva consapevolezza che le esperienze del vecchio continente non potevano avere effettiva relazione con la storia della sua isola. Bisognava quindi cercare altre soluzioni che gli consentissero di occuparsi della questione cubana, di quella �porzione di umanit� che abbiamo pi� vicino e in cui ci � toccato nascere� .
Ormai la fase di �innamoramento� di Mart� per il liberalismo di Krause si stava esaurendo, e il giovane cubano, libero dalle carceri spagnole, si stava liberando anche dalla retorica del tedesco.
Tracce importanti dell�esperienza spagnola sarebbero rimaste nel suo pensiero come capisaldi indelebili: l�esercizio della ragione, l�importanza dell�educazione e della conoscenza, la centralit� della dignit� umana, tutto questo lo apprese in Spagna, si trattava di trasportare questi valori in quella parte di America che ne aveva pi� bisogno: l�America latina.
La soluzione della questione cubana era perci� legata all�etica del servizio e al culto di una delle grandi ricchezze umane, la ragione, come egli stesso ebbe modo di ribadire: �la soluzione della questione cubana ha il suo senso per coloro che ispirano il loro patriottismo alle necessit� della loro patria e alla ragione� .
Il periodo spagnolo gli permise di approfondire il concetto dell�etica del servizio di cui aveva fatto esperienza negli anni dell�adolescenza a Cuba, per questo il contatto con la filosofia krausista fu essenziale. Mart� rimase particolarmente colpito dal ruolo che la razionalit� rivestiva in quella realt� e, pi� in generale, in certi ambienti culturali che prepararono il contesto dell�esperienza della repubblica in Spagna. Proprio questa esperienza, nonostante la delusione per l�azione dei krausisti, lo convinse che la ricerca dell�indipendenza per il suo paese dovesse passare attraverso la ricerca di altri presupposti, pi� squisitamente �americani� che gli consentissero di recuperare aspetti identitari propri del nuovo continente e, quindi, anche della sua isola.
L�instabilit� di un�epoca di transizione lo avrebbe portato lontano dalle formalit� filosofiche delle aule universitarie.
Intanto, a Cuba, il massacro della guerra continuava. A novembre del 1874, dopo essersi laureato, Mart� cominci� a sbrigare le pratiche per raggiungere in Messico la famiglia che, allo stremo delle forze aveva abbandonato La Avana. Nel febbraio del 1875 Mart� era dinuovo in America. Per due anni rest� in Messico, a Veracruz segu� da lontano il triste epilogo della guerra dei dieci anni.
Durante la guerra la considerazione degli ufficiali criollos sulla societ� cubana cambi� radicalmente.
La guerra non si concluse con la sollevazione degli schiavi e, perci�, non si materializz� il vecchio timore dei criollos e dei bianchi circa la fine della �razza cubana�. Al contrario, molta gente di colore, schiavi o liberi, partecip� alla guerra a fianco dell�esercito dei rivoluzionari e, durante la conduzione della lotta, sembrarono sparire le animosit� tradizionali . Proprio a questo periodo si pu� far risalire la trasformazione della struttura sociale cubana.
Per la nuova generazione di abitanti della colonia, nati nell�isola, divenne inevitabile concepire il lento svilupparsi di una societ� multietnica che prevedeva il confronto con gli afrocubani e gli indigeni . La guerra stava cambiando le relazioni sociali nell�isola. La composizione sociale a Cuba era stata, nel corso dell�Ottocento, profondamente influenzata dall�altalenante andamento economico e dalle scelte strutturali di latifondisti in conseguenza della crisi del modello schiavista.
Nel periodo tra il 1857 e il 1863, alcuni piantatori, bench� fossero naturalmente ancora prigionieri dei loro pregiudizi, continuavano a sperare che la manodopera salariata potesse finalmente sostituire la schiavit�. In realt�, la maggior parte dei latifondisti dello zucchero e del tabacco erano scontenti della resa degli schiavi e, ormai da tempo, andavano alla ricerca di fonti alternative di manodopera, come quella costituita dai vagabondi o dagli stranieri irlandesi o cinesi . Una chiara dimostrazione della crisi che attraversava il regime schiavista a Cuba intorno alla met� del secolo, si percepisce proprio negli sforzi fatti per tentare di sostituire, anche se solo in parte, il lavoro degli schiavi con altre forme pi� o meno dissimulate di servit�.
Fin dal 1817, il governo spagnolo aveva tentato di sopperire alla cronica scarsezza di braccia per il lavoro con la concessione della Real C�dula che prevedeva la cessione di terre a coloni bianchi disposti ad andare nell�isola a incentivare la produzione agricola e garantiva loro gli stessi diritti di cui godevano gli spagnoli oltre alla naturalizzazione dopo cinque anni . L�esperimento ebbe scarso successo tra le altre ragioni perch� le autorit�, con il passar del tempo, si adattarono, sempre pi� apertamente, al cosiddetto equilibrio razziale che consisteva nel mantenere nell�isola una certa proporzione tra bianchi, neri, liberi e schiavi. Questa particolare scelta politica facilitava la Spagna nella gestione del suo dominio politico . I progetti legati all�immigrazione assunsero quindi un carattere distinto: non ci si dedic� pi� alla ricerca di coloni, ma di braccianti. Costoro arrivavano a Cuba non come uomini liberi ma come servi. Fu proprio nella seconda met� del secolo che si ricorse all�espediente della servit� contrattuale con la quale si cerc� di sostituire la manodopera africana, sempre pi� cara, con quella proveniente dall�Europa e dall�Asia.
L�impiego di manodopera libera o contrattualizzata comunque non rimpiazz� il sistema degli schiavi di colore almeno fino alla guerra dei dieci anni. Questa situazione, strettamente legata all�adozione del modello schiavista e ai commerci di uomini, principalmente con l�Africa, rimase immutata fin quando non inizi� una forte trasformazione tecnico-organizzativa che liberalizz� la coltivazione della canna da zucchero lasciandola in mano ad agricoltori pi� o meno indipendenti .
In realt� gli effetti sulla societ� cubana di una politica che mirava a modernizzare il sistema economico e a trasformare le dinamiche dei rapporti sociali furono molto profondi, anche se non ebbero significativi effetti nell�ambito del mercato interno e internazionale dell�isola: verso il 1860 il numero dei negri e dei mulatti, in proporzione ai bianchi, era diminuito cosi che per la prima volta in sessant�anni si trovarono a Cuba pi� persone bianche che negre e mulatte messe insieme . Questa condizione era dovuta ad un complesso fenomeno socioculturale legato alla scelta di favorire una immigrazione funzionale ad una politica che poneva al centro delle sue preoccupazioni quella della razza. Il processo di modernizzazione produttiva che l�isola aveva vissuto nella prima met� del secolo, aveva favorito la nascita di una classe di hacendados creoli , desiderosi di prendere le distanze dal potere coloniale spagnolo, ma legati a questo per la fornitura di schiavi e l�ottenimento di crediti. Consapevoli che una eventuale futura lotta per l�indipendenza sarebbe stata accompagnata dall�emancipazione, l��lite cubana sosteneva progetti riformisti, che prevedevano la cessazione della tratta e consideravano l�estinzione graduale della schiavit�. In ogni caso nessuno di questi programmi prevedeva l�inclusione dei neri nella futura nazione .
Le tensioni legate alla politica demografica nell�isola raggiunsero il loro culmine tra il 1856 e il 1862, quando furono pubblicati due lavori: Proyecto o Representaci�n respetuosa sobre inmigraci�n Africana, ad opera di Jos� de Fr�as e Examen del proyecto de colonizaci�n africana en la isla de Cuba di Juan Poey.
Entrambi gli scritti si basavano sulla apparente adesione alla politica abolizionista in quanto gli autori si dichiaravano favorevoli alla sostituzione del lavoro degli schiavi con quello �libero�, ma, in realt�, sottintendevano un mal celato razzismo di fondo. Sia Fr�as che Poey credevano nella superiorit� assoluta della razza bianca tanto per le capacit� intellettive quanto per le potenzialit� di sviluppo culturale ed etico, donde la conclusione che solo la razza bianca avrebbe potuto essere utile a Cuba nel processo di �vero� incivilimento.
Nel 1865, poi, fu convocata la Junta de informaci�n. L�Organo avrebbe dovuto pronunciarsi, grazie al supporto di quaranta deputati, venti eletti a Cuba e Portorico, gli altri provenienti dalla Spagna, sui poteri di controllo della madrepatria sulle Antille. Non era per la verit� un gran passo in avanti, ma, comunque, gli spagnoli riconoscevano ufficialmente la necessit� di produrre un cambio nella struttura politica di quelle colonie . La politica demografica occup�, ancora una volta, un ruolo di primo piano. I Deputati ribadirono che �Per nessuna ragione poteva essere messa in dubbio la maggiore propensione della razza bianca a soddisfare le primarie necessit� di ordine e di tranquillit� cui aspira un popolo colto e adatto al progresso� . Alla razza bianca bisognava garantire il predominio morale a Cuba rispetto a tutti gli altri elementi �ostili�. Si sarebbe dovuto porre, quindi, un freno all�incremento della razza di colore nelle Antille e promuovere piuttosto, con tutti i mezzi leggittimi, lo sviluppo e la moltiplicazione di quella bianca.
Le indicazioni della Junta, per�, non prevedevano la necessit� di limpiar la popolazione, di privarla di quegli elementi non omogenei dal punto di vista razziale, cos� come indicato solo pochi anni prima da illustri esponenti della politica antillana . Piuttosto la tendenza era quella di unificar i neri, i mulatti, i criollos e i bianchi, evitando di marcare, cos�, gli elementi di contrasto interrazziale: �Crediamo fermamente � riportava il documento ufficiale della Junta - che l�interesse dei bianchi, a Cuba, porti ad elevare lo spirito e le nobili aspirazioni della razza di colore, avvicinandola a s�, per quanto ci� sia possibile, e evitando di degradarla con odiose esclusioni� . Questa difesa della dignit� morale della gente libera di colore segn� un momento decisivo nel processo di integrazione nazionale: i leader liberali, a Cuba, cominciavano ad abbandonare il vecchio atteggiamento esclusivista e proclamavano la loro adesione ad una politica pi� spiccatamente interetnica, pur senza pronunciarsi a favore dell�abolizione immediata e definitiva della schiavit�.
Quello schiavista non fu l�unico modello socioeconomico che si diffuse a Cuba durante il corso del XIX secolo . Il governo spagnolo, per esempio, favor� lo stabilimento definitivo del colono bianco oltre che attraverso i metodi prima citati, anche tramite la distribuzione di terre incolte a favore dei soldati fedeli alla corona. Questa scelta avrebbe permesso al settore dell��lite pi� illuminato e con idee pi� avanzate di formare una classe media e di blanquear la popolazione. Con l�inserimento nel circuito economico di quei terreni, adibiti a coltivazioni minori insieme a quelle classiche dello zucchero, del tabacco e del caff�, si tent� di far fruttare anche quelle terre che fino ad allora erano rimaste incolte. L�immigrazione e il controllo dell�isola da parte dell�esercito spagnolo, specialmente nelle zone poco popolate, la creazione di colonie militari e la concessione di terre ai soldati al fine di farli rimanere a Cuba, furono la causa del ritardo e dell�effettivo fallimento dell�indipendenza .
Il problema della schiavit� e della razza fu comunque determinante nella societ� cubana della seconda met� del secolo. Per risolvere la questione della mancanza di manodopera, per accelerare il processo di blanqueaci�n della popolazione e spagnolizzarla, al fine di ridurre il peso dei neri e puntellare il dominio coloniale, disturbato dal movimento abolizionista, il governo di Madrid decise di favorire l�immigrazione e controllarne la composizione . La negritud e il blanqueamento furono elementi di grande peso in questo tipo di societ� e ne condizionarono l�evoluzione demografica e la stessa configurazione socioculturale visto che si trattava di una nazione ideata da una ristretta �lite ma rifinita dal lento incorporarsi della popolazione di colore alla vita civile e politica del paese dopo l�abolizione della schiavit� nel 1886. Questa partecipazione dei neri alla societ� civile, insieme all�uguaglianza dei diritti, apr� teoricamente un nuovo fronte per le relazioni sociali e diede luogo ad un gioco politico nel quale la razza ricopr� un ruolo centrale fino a determinare le azioni e la propaganda dei governanti cubani .
7. Il ritorno in America
Il dramma Patria y libertad, scritto per celebrare la festa dell�indipendenza in Guatemala, fu una delle prime occasioni in cui Mart�, appena tornato in America, affront� l�argomento, riassumendo quelli che, secondo lui, potevano essere i limiti di una societ� multirazziale e proponendo alcune soluzioni. La passivit� era l�elemento che pi� temeva e che gli faceva dubitare della possibile adattabilit� degli indigeni alla realt� dei bianchi. La necessit� di amalgamare il paese, all�interno di un'unica ideologia, gli pareva la soluzione migliore, per la quale ricorse alla metafora del matrimonio .
Nel dramma il principale protagonista era Martino, un �meticcio dall�anima fiera� che decideva di dare in sposa sua sorella a quello spagnolo coraggioso che sarebbe stato capace di morire in difesa dei diritti degli americani. Alla fine dell�opera sarebbe stato lo stesso Martino a contrarre matrimonio con una indigena.
Lo scritto, oltre a riprendere il tema dell�unit� spirituale tra i latinoamericani e gli spagnoli, contiene anche il tema della conciliazione tra le razze: il matrimonio tra l�indigena e il meticcio segnava l�alleanza razziale con cui Mart� intendeva, metaforicamente, completare il patto fondativo della nuova repubblica.
Doris Sommer segnala, a proposito dello scritto di Mart�, come questi matrimoni interrazziali servissero, nel periodo post-indipendentista, in America Latina, a consolidare il ruolo delle trionfanti ideologie liberali e per cercare un consenso comune a livello nazionale. Questa speranza in un futuro che avrebbe dovuto implicare una unione tra differenti etnie era figlia di una serie di movimenti rivoluzionari di matrice liberale, nati ai primi del XIX secolo che definivano la cittadinanza come qualcosa di inclusivo, sorvolando sui particolarismi di razza e di cultura .
Proprio questa � l�idea di base dell�opera di Mart�, infatti nel finale, il protagonista esclamava: �Patria libera (�) Coana (�) mia sposa\ L�immensa processione si alza\ segna la felice rotta del futuro\ vedo gi� l�avvenire che avanza velocemente\ Gi� vedo l�avvenire ampio e sicuro\ I discendenti saranno uomini liberi\ del tuo amore e del mio� .
L�unione interraziale implicava, pertanto, un patto politico e la sicurezza della pace e del benessere per tutti. Prevedeva inoltre che l�indigeno non si riconoscesse come l�effettivo centro della nazione n� come l�unico soggetto di diritto, ma che esso stesso diventasse parte di una patria da costruire insieme ai bianchi e ai meticci.
Poco dopo la composizione del dramma, Mart� pubblic� nel 1882 un articolo per la Opini�n Nacional di Caracas, in cui tradusse in spagnolo la conferenza tenuta da Ernest Renan nello stesso anno dal titolo: Qu�est que c�est une nation?. Le idee espresse dal filosofo francese non potevano che colpirlo molto favorevolmente.
Nella conferenza, infatti, Renan esprimeva un concetto di nazione molto vicino a quello di Mart�: �Avere glorie comuni nel passato, una volont� comune nel presente, aver fatto grandi cose, volerne fare altre, ecco le condizioni essenziali per essere un popolo. Si ama in proporzione dei sacrifici consentiti, dei mali sofferti. Si ama la casa che si � fabbricata e si trasmette (�). La nazione, come l�individuo,� il giungere ad un fine di un lungo passato di sforzi, di sacrifici, di devozioni (�). Nel passato una eredit� di gloria e rimorsi, nel futuro uno stesso programma da realizzare (�). L�esistenza di una nazione � un plebiscito quotidiano. (�) La sofferenza in comune unisce pi� che la gioia. In quanto a ricordi nazionali, i lutti valgono pi� dei trionfi, perc� impongono doveri, comandano la sforzo comune. (�) Una nazione � un�anima, un pricipio spirituale. Due cose che in realt� sono una cosa sola, una � nel passato, l�altra nel presente. Una � il comune possesso di una ricca eredit� di ricordi, l�altra � il consenso attuale, il desiderio di vivere insieme, la volont� di continuare a far vivere l�eredit� ricevuta. Il culto degli antenati �, fra tutti. Il pi� legittimo, gli antenati ci hanno fatto ci� che siamo (�). Aver goduto, sofferto, sperato insieme: ecco ci� che vale pi� che le dogane comuni, e frontiere conformi alle idee strategiche; ecco ci� che si comprende nonostante la diversit� di razze e di lingue� .
Anche per Mart� la commistione di storia e di libera espressione della volont� popolare rappresentava, come abbiamo visto, l�unica solida base su cui fondare una nazione .
Il modello nazionale proposto da Renan, inoltre, si opponeva a qualsiasi esclusione, nel processo di formazione nazionale, basata sull�etnia e sulla razza come nel caso del modello tedesco.
Nel commentare la conferenza di Renan, Mart� sottoline� con grande insistenza questo passaggio e scrisse: �Non � la storia umana � dice Renan � un capitolo di zoologia. L�uomo � un essere morale e razionale. La libera volont� sta in cima alle suggestioni dello spirito di razza. Una nazione � un�anima, un principio spirituale elaborati dal passato, con una vita nel presente, e tutti gli uomini insieme, con menti sane e cuori generosi possono creare la coscienza morale che costituisce una nazione� .
La corrispondenza tra il pensiero di Mart� e quello di Renan era pressocch� totale, sia l�uno che l�altro concordavano sul fatto che una nazione non dovesse essere considerata un fatto immutabile nel tempo, bens� una realt� soggetta a cambiamenti storici e a quelli legati alla volont� umana , entrambi inoltre guardavano con sospetto alle politiche di annessione ritenute contrastanti con lo spirito delle nazioni, spirito che determinava il destino delle forme nazionali in tutti i territori .
A dispetto delle affinit�, per�, la traduzione spagnola di Mart� alterava l�originale francese sulla questione della lingua, caratteristica secondaria nella definizione dell�identit� nazionale per Renan, elemento cardine per Mart�. Per il cubano, ormai in qugli anni stabilitosi negli Stati Uniti, la lingua rappresentava una invisibile ma definita caratteristica di una nazione, come gi�, ai primi dell�Ottocento fu per Fichte . L�individuazione di una lingua nazionale era il suo tentativo di definire una forma di collettivit� unificante nella eterogenea formazione sociale della �sua America� . Questa lettura che Mart� dava all�opera di Renan dimostra quanto il cubano investisse nella considerazione della lingua spagnola come mezzo di riconoscimento per l�etnia pan-latina.
Il commento di Mart� si concludeva con l�affermazione secondo cui le razze non determinavano le identit� nazionali. Una affermazione che voleva, soprattutto, essere una critica sferzante verso la borghesia liberale latinoamericana, che intendeva costruire i nuovi popoli attraverso l�innesto di razze ritenute superiori come quella anglosassone. Per Mart�, invece, la collettivit� nazionale delle Americhe non poteva che implicare una mescolanza di culture, storie ed esperienze che, in qualche modo, potessero porre quelle realt� in relazione con l�universo umano, tracciando, cos�, un percorso che lo avrebbe portato a definire il concetto di identit� nazionale in stretta connessione con quelli di libert� e umanit� e, per la prima volta, di razza, elemento fondamentale nella definizione di societ� e di politica nei suoi anni americani. La sussidiariet� tra i concetti di nazione e razza appariva, nel pensiero di Mart�, ormai del tutto evidente. L�esperienza spagnola aveva amplificato l�aspetto �ibrido� della sua tradizione ispano-americana, la Spagna infatti era meticcia prima ancora dell�impresa americana, nei primi conquistadores che raggiunsero il nuovo mondo si fondevano la cultura e la tradizione di popoli diversi: i celtiberi, i fenici, i romani, gli ebrei, i germani e i musulmani . La storia degli spagnoli offriva a Mart� un ponte attraverso il quale superare le contraddizioni della politica dei krausisti. La sensibilit� meticcia acquisita in quel periodo lo traghett� verso la ricerca di una filosofia di �rottura� con il mondo coloniale, verso cio� il positivismo che avrebbe conosciuto e apprezzato negli anni americani.
La formula dei �nuovi ordini determinati da nuove influenze� con cui Spencer descriveva i popoli nuovi del nuovo mondo non poteva che attrarre il giovane cubano. Si andava cos� creando lo spazio per lo sviluppo di una civilt� diversa da quella europea: l�America.
L�elemento razziale diventava, cos�, essenziale nella definizione dell�identit� di un popolo nuovo. Nell�America del XIX secolo, infatti, il confronto tra le etnie era diventato il principale tema del dibattito politico. Il problema dell�indipendenza, della libert� e della nazionalit� assumevano, grazie alla questione razziale connotati tipicamente americani. Mart� lo aveva capito gi� in Spagna, nella vecchia Europa il suo spazio americano aveva assunto un significato non solo geografico ma anche culturale e politico .
Recibido el 26 de octubre de 2010, corregido del 2 al 5 de noviembre de 2010 y aceptado el 29 de noviembre de 2010.
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